Uso dell’AI in guerra: più di 50 nazioni concordano che è un problema da affrontare subito

Si è tenuto all’Aia il primo vertice globale sull’uso dell’AI in guerra (REAIM). E’ stato firmato un accordo per mettere l’uso responsabile dell’IA in cima all’agenda politica.

Il fulmineo progresso dei sistemi di intelligenza artificiale negli ultimi mesi hanno portato timori dei suoi effetti potenzialmente dannosi anche in campo bellico. L’uso massiccio di intelligenza artificiale in campo civile pone già dei problemi relativi alla minaccia nei confronti del lavoro umano e la creatività, ma l’uso di macchine intelligenti e in particolare l’uso dell’AI in guerra, potrebbe avere conseguenze catastrofiche. 
Per iniziare ad affrontare questo “nuovo” rischio si è tenuto, nei giorni scorsi, il primo vertice globale sull’intelligenza artificiale responsabile nel dominio militare (REAIM).

Un primo risultato è stato ottenuto con la firma di un accordo per mettere l’uso responsabile dell’IA in cima all’agenda politica.

Ne avevamo già parlato

Non è la prima volta in questi ultimi mesi che parliamo di un alert verso l’abuso delle nuove frontiere della tecnologia in campo bellico. Per esempio qui avevamo approfondito la lettera aperta firmata dai produttori di Robot General Purpose. In quel caso le principali aziende del settore della robotica capitanate da Boston Dynamis, annunciavano apertamente il loro impegno a non “armare” i loro robot. La lettera aperta delle aziende arriva proprio quando crescono video e demo che mostrano come i “cani robot” quadrupedi che Boston Dynamics possono essere facilmente equipaggiati con mitragliatrici e lanciarazzi.

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