La definizione di Open Source usata fino ad ora non può essere applicata all’AI, l’Open Source Initiative corre ai ripari e Meta non ci sta.
L’Open Source Initiative (OSI) ha definito cosa rende un sistema di intelligenza artificiale “open source” con la O.S. AI Definition v1.0, presentata alla conferenza All Things Open 2024. Secondo l’OSAID, un’IA è open source solo se permette l’accesso a tre elementi:
- informazioni sui dati di addestramento;
- codice sorgente completo;
- parametri di addestramento.
Questa definizione ha acceso un dibattito perché molti modelli di IA popolari, tra cui Llama di Meta, Stable Diffusion di Stability AI e i modelli di Mistral, non la soddisfano. Meta, ad esempio, non condivide i dati di addestramento di Llama e limita il suo uso commerciale.
Meta sostiene che la sua posizione è dovuta a problemi di sicurezza e alla complessità dei modelli di IA. La portavoce di Meta, Faith Eischen, afferma che non esiste una definizione unica di IA O.S.
Tuttavia, l’OSI e altri esperti sostengono che la trasparenza dei dati di addestramento è fondamentale per la riproducibilità e la collaborazione nello sviluppo dell’IA. Il direttore esecutivo di OSI, Stefano Maffulli, crede che la riluttanza di Meta a condividere i dati di addestramento sia motivata dalla volontà di proteggere la propria “salsa segreta”, ovvero la proprietà intellettuale che conferisce un vantaggio competitivo.
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