LignoSat: Il Futuro in Legno dell’Esplorazione Spaziale

LignoSat, il primo satellite al mondo costruito in legno, è arrivato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) il 5 novembre.

Sulla ISS è arrivato un nuovo ospite, si tratta di un piccolo cubo di soli 10 cm di lato, sviluppato dall’Università di Kyoto e dall’impresa edile Sumitomo Forestry, potrebbe rivoluzionare il settore spaziale.

Anche se può sembrare insolito utilizzare il legno nello spazio, questo materiale offre una resistenza specifica (rapporto tra resistenza e peso) paragonabile a quella dell’alluminio, comunemente impiegato nei satelliti. Il legno offre inoltre significativi vantaggi ambientali. I satelliti tradizionali, bruciando nell’atmosfera alla fine della loro vita operativa, rilasciano ossidi di alluminio. Questi composti sono dannosi per lo strato di ozono e l’equilibrio termico del pianeta. Con l’aumento dei satelliti in orbita, specialmente con mega-costellazioni come Starlink, questo problema diventa sempre più pressante.

LignoSat, costruito con legno di magnolia, rappresenta una soluzione ecologica. In assenza di acqua e ossigeno nello spazio, il legno non marcisce né prende fuoco.

Il satellite sarà messo in orbita dal modulo Kibo della ISS. Per sei mesi i sensori integrati raccoglieranno dati su temperatura e deformazione del legno, studiando gli effetti del vuoto e delle radiazioni.

La scelta della magnolia come materiale deriva da approfonditi test, inclusi esperimenti di esposizione del legno nello spazio sulla ISS.

Sono stati valutati vari tipi di legno come ciliegio selvatico, magnolia e betulla, ma la magnolia ha dimostrato di essere la più adatta grazie alla sua omogeneità, facilità di lavorazione e resistenza alle condizioni estreme.

Il satellite viene assemblato utilizzando la tradizionale tecnica giapponese “Tomegatakushi Arikumitsugi”, che non richiede viti né adesivi.

Un esito positivo per LignoSat potrebbe spalancare le porte all’uso estensivo del legno nelle missioni spaziali. In futuro potrebbe essere utilizzato per la costruzione di habitat su Luna e Marte. Il trionfo della missione potrebbe persino persuadere compagnie come SpaceX a integrare questa tecnologia ecologica.

Su DDay.it trovi il mio approfondimento.


FONTE: Reuters

Credits: JAXA/Università di Kyoto

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