Un nuovo studio dei dati della missione DART suggerisce che l’impatto del 2022 ha modificato la forma dell’asteroide bersaglio.
La missione della NASA, chiamata Double Asteroid Redirection Test (DART), ha impattato con successo il satellite naturale Dimorphos, appartenente all’asteroide binario Didymos, il 26 settembre 2022. Questa missione, mirata alla difesa planetaria, ha superato le aspettative, riducendo il periodo orbitale di Dimorphos di circa 33 minuti, rispetto alla soglia minima di 73 secondi.
Il cubesat LICIACube, dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha registrato immagini del sistema poco dopo l’impatto, rilevando flussi di materiale espulso e un aumento di luminosità nel sistema Didymos osservato per settimane. Simulazioni numeriche dell’impatto hanno rivelato che Dimorphos potrebbe essere un ammasso di detriti formato dalla perdita e dal riaccumulo di massa rotazionale proveniente da Didymos.
L’impatto di DART ha causato una deformazione globale invece di un cratere bene definito sull’asteroide. La futura missione Hera dell’ESA potrebbe confermare questa deformazione nel 2026.
DART ha dimostrato la possibilità tecnica di deviare un asteroide, ma l’esito può variare in base alla composizione e alla morfologia del bersaglio. Queste scoperte sottolineano l’importanza di ulteriori missioni spaziali per comprendere meglio il comportamento degli asteroidi e adattare le strategie di difesa planetaria di conseguenza.
Ogni missione spaziale ha la sua peculiarità. DART però fa qualcosa di più, ci fa pensare ad un’umanità unita contro una minaccia planetaria. Minaccia che solo la ricerca scientifica può fugare.