La società norvegese Solsys Mining ed ESA pensano alla possibilità, per i futuri coloni lunari, di coltivare piante direttamente in loco sfruttando le sostanze nutrienti del terreno lunare. Il progetto si chiama ESA Discovery.
Mentre diverse agenzie spaziali sono impegnate con alcuni progetti per riportare l’uomo sulla Lana. Un esempio è il progetto Artemis. L’ESA pensa a come sfruttare il terreno lunare per consentire la coltivazione direttamente in loco.
Il progetto, denominato ESA Discovery, è guidato dall’azienda norvegese Solsys Mining che sta esaminando le modalità con le quali trattare il suolo lunare per creare fertilizzanti per le piante.
Gli studi in corso si basano sull’analisi dei campioni lunari riportati sulla Terra dalle diverse missioni passate. I risultati mostrano che nel suolo lunare sono disponibili sufficienti minerali per la crescita delle piante. Bisogna però tener conto del fatto che il suolo lunare, a causa delle sue peculiari caratteristiche, in presenza di acqua diventa eccessivamente compatto, ostacolando di fatto la germinazione e crescita delle radici.
Sono diverse le iniziative volte a riportare l’uomo sulla Luna e farlo restare in pianta stabile sul nostro satellite naturale. Molti sono gli studi legati a questi progetti per consentire la permanenza dell’uomo sulla Luna. Diverse settimane fa, per esempio avevamo parlato delle nuove tute spaziali.