Il lander Blue Ghost, progettato da Firefly Aerospace, ha scritto una nuova pagina nella storia dell’esplorazione spaziale privata. Si tratta del secondo atterraggio controllato statunitense sulla Luna dopo Apollo 17 nel 1972.
La missione, soprannominata Ghost Riders in the Sky, è partita il 15 gennaio e ha completato con successo l’allunaggio il 2 marzo alle 3:34 A.M. EST nel Mare Crisium, una vasta pianura lunare sulla faccia visibile del nostro satellite.
Dalla Terra alla Luna: un viaggio ad alta precisione
Il tragitto di 45 giorni tra la Terra e la Luna ha richiesto un’attenta gestione dei sistemi di bordo. La fase finale della discesa, durata circa un’ora, è stata la più complessa e delicata. Blue Ghost ha impiegato un sistema di navigazione avanzato con telecamere ad alta risoluzione e software di riconoscimento del terreno per evitare ostacoli e scegliere autonomamente il miglior sito di atterraggio.
Durante gli ultimi istanti prima del contatto con la superficie, il veicolo ha utilizzato otto propulsori RCS per rallentare e stabilizzarsi, mentre il design delle sue gambe ha permesso un impatto controllato, proteggendo gli strumenti scientifici a bordo.
Esperimenti scientifici e il contributo italiano
Con l’atterraggio completato, il lander ha avviato un’operazione di 14 giorni terrestri, raccogliendo dati e conducendo esperimenti chiave. Tra i dieci strumenti scientifici a bordo, spicca LuGRE (Lunar GNSS Receiver Experiment), sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con la NASA.
LuGRE ha l’obiettivo di testare la ricezione dei segnali GPS e Galileo sulla Luna, studiando la fattibilità di un sistema di navigazione satellitare lunare. Se l’esperimento avrà successo, potrebbe aprire la strada a missioni spaziali più autonome e precise, rivoluzionando la navigazione tra la Terra e la Luna.
Oltre a questo, Blue Ghost analizzerà la composizione della regolite lunare, studierà le caratteristiche geofisiche del sito di atterraggio e raccoglierà dati sull’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre.
Il futuro di Firefly Aerospace
Con questa missione, Firefly Aerospace si afferma come un attore chiave nel settore delle missioni lunari commerciali. L’azienda ha già annunciato la volontà di effettuare missioni annuali sulla Luna, dimostrando che il settore privato può giocare un ruolo determinante nell’esplorazione spaziale.
Brigette Oakes, vicepresidente dell’ingegneria di Firefly Aerospace, ha dichiarato in streaming: “Il nostro team ha dimostrato un impegno straordinario. Firefly continua a superare i limiti e, grazie a questa missione, possiamo dire di aver lasciato il nostro segno sulla Luna. Ogni dipendente ha il proprio nome inciso sulla targa di Blue Ghost: d’ora in avanti, guardando la Luna, sappiamo che una parte di noi è lassù”.
Il mio approfondimento su DDay.it
Tutto quello che devi sapere sulla Missione Blue Ghost 1
Credits: Firefly Aerospace